Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Continuiamo a pregare per la pace in Ucraina e nel mondo intero. Faccio appello ai Capi delle nazioni e delle Organizzazioni internazionali, perché reagiscano alla tendenza ad accentuare la conflittualità e la contrapposizione. Il mondo ha bisogno di pace.
Non una pace basata sull’equilibrio degli armamenti, sulla paura reciproca. No, questo non va. Questo vuol dire far tornare indietro la storia di settant’anni. La crisi ucraina avrebbe dovuto essere, ma – se lo si vuole – può ancora diventare, una sfida per statisti saggi, capaci di costruire nel dialogo un mondo migliore per le nuove generazioni. Con l’aiuto di Dio, questo è sempre possibile!
Ma bisogna passare dalle strategie di potere politico, economico e militare a un progetto di pace globale: no a un mondo diviso tra potenze in conflitto; sì a un mondo unito tra popoli e civiltà che si rispettano.
Angelus, 3 luglio 2022 | Francesco
https://www.vatican.va/…/documents/20220703-angelus.html
In Europa devo spiegarlo sempre. Qui hanno un’esperienza molto triste del populismo. È appena uscito un libro, Sindrome 1933, che mostra come si è generato il populismo di Hitler. Per questo mi piace dire: non confondiamo il populismo con il popolarismo. Il popolarismo è quando il popolo porta avanti le proprie cose, esprime il suo pensiero nel dialogo ed è sovrano. Il populismo è un’ideologia che unisce il popolo, che cerca di raggrupparlo in un’unica direzione. E qui, quando parli loro di fascismo e di nazismo, capiscono cos’è il populismo.
Si può essere d’accordo o meno, ma se vuoi sapere cosa prova un popolo, vai in periferia. Le periferie esistenziali, non solo quelle sociali. Vai dagli anziani pensionati, dai bambini, vai nei quartieri, nelle fabbriche, nelle università, dove si gioca il quotidiano. Ed è lì che si mostra il popolo. I luoghi in cui il popolo può esprimersi più liberamente. Per me questo è fondamentale. Una politica a partire dal popolo che non è populismo. Rispettare i valori del popolo, rispettare il ritmo e la ricchezza di un popolo.
Io faccio mio il principio “la realtà è superiore all’idea”. Mi viene in mente un libro scritto dal filosofo Simone Paganini, docente all’Università di Aquisgrana, in cui parla della comunicazione e delle tensioni che esistono tra l’autore di un libro, il lettore e la forza del libro stesso. Sostiene che si sviluppa una tensione sia nella comunicazione che nella lettura del libro. E questo è fondamentale nella comunicazione. Perché, in qualche modo, la comunicazione deve entrare in un rapporto di sana tensione, che faccia riflettere l’altro e lo porti a rispondere. Se questo non c’è, è solo informazione.
La comunicazione umana – e lui parla di giornalisti, comunicatori o altro – deve entrare nella dinamica di questa tensione. Dobbiamo essere consapevoli che comunicare significa impegnarci. E dobbiamo essere molto consapevoli della necessità di impegnarci bene. Per esempio, c’è l’obiettività. Comunico qualcosa e dico: “È successo questo, penso questo”. Qui mi metto in gioco e mi apro alla risposta dell’altro. Ma se comunico quello che è successo potandolo, senza dire che lo sto potando, sono disonesto perché non comunico una verità. Non si può comunicare una verità in modo obiettivo, perché se la sto comunicando, ci metto del mio. Ecco perché è importante distinguere “è successo questo e penso che sia questo”. Oggi, purtroppo, il “penso” porta a una distorsione della realtà. E ciò è molto grave.
Sì, quando a volte penso ad alcuni media che purtroppo non svolgono bene la loro missione, quando penso a queste cose della nostra cultura in generale, della cultura mondiale, che danneggiano la società stessa, mi viene in mente una frase della nostra filosofia che sembra pessimista, ma è la verità: “Dai che va tutto bene! Tutto è uguale, tanto laggiù all’inferno c’incontreremo” [frasi tratte dal tango Cambalache, ndr]. In altre parole, non importa cosa sia la verità e cosa no. Non importa se questa persona vince o perde. Tutto è uguale. Dai che va tutto bene! Quando questa filosofia viene diffusa dai media è disastrosa perché crea una cultura dell’indifferenza, del conformismo e del relativismo che danneggia tutti noi.
Dalla crisi non si esce da soli, si esce correndo rischi e prendendo l’altro per mano – Vatican News
https://www.vaticannews.va/…/intervista-papa-francesco…
Entrevista exlusiva al Papa Francisco
https://www.telam.com.ar/entrevista-papa-francisco
MA ANCHE AR VATICANO
NELLA TRADUZIONE TAGLIANO E CUCIONO
E POI C’E’ LA GUERA